lunedì 17 maggio 2010

Il padre dell'Italo Western



I primi anni 60 non sono per il cinema italiano ricchi di successo. I film sono poco originali e vengono scartati di fronte alle piccole commedie tipiche di quegli anni.
E’ il 1964 quando esce un film girato in Spagna che ottiene un incredibile successo e incassa ben tre miliardi di lire: Per un pugno di dollari.
La trama è molto semplice:un invincibile e misterioso cowboy arriva in un paese sconosciuto al confine messicano, caccia un gruppo di banditi che terrorizzano la zona..e si dilegua senza lasciare di lui nemmeno un nome.
Il regista è figlio di Vincenzo Leone, un personaggio di rilievo nel campo del cinema muto che fu conosciuto come Roberto Roberti. Infatti il figlio utilizza lo pseudonimo di Bob Robertson (ovvero “figlio di Robert”), e solo dopo il grande successo rivela di essere effettivamente Sergio Leone.
Una volta saputo che dietro a quel particolare film si celava un regista italiano,il genere venne chiamato italo - western, o spaghetti-western.
I film di Leone sono caratterizzati da primissimi piani, campi lunghissimi, accelerazioni e rallentamenti della narrazione, lunghissimi silenzi che hanno il compito di creare suspense e di attirare l’attenzione e la complicità del pubblico. Ognuno di questi film è una composizione che comprende emozioni e che riguarda esclusivamente il west : vengono mostrati luoghi conosciuti ma comunque simbolici e particolari.
Vi sono praterie,deserti e villaggi popolati da eroi immaginari che comunque riescono a sembrare veri e reali. Qualsiasi personaggio creato dalla genialità di Leone viene subito notato per l’aria misteriosa e per gli strani atteggiamenti che lo caratterizzano. I suoi sono personaggi quasi completamente perfetti…finché non commettono quel piccolo errore che permette alla narrazione di proseguire.
Una parte del successo di Leone è dovuta alle strabilianti composizioni di Ennio Morricone, un maestro della musica italiana. Morricone ha infatti composto quasi tutti i più grandi successi del regista e le sue colonne sonore sono ancora oggi molto amate sicuramente tra le più celebri.
Perché anche le musica ha un ruolo fondamentale nel cinema di Sergio Leone. Quasi tutto il film è accompagnato da sottofondi che si adeguano perfettamente alla scena…che essa sia tragica o violenta.
Vi sto il grande successo riscontrato Leone decide di proseguire la sua storia sempre utilizzando un cast eccezionale: un giovane e perfetto Clint Eastwood all’epoca ancora non conosciuto; Lee Van Cleef a cui si addice benissimo la parte del cattivo che sembra fatta apposta per lui e infine Gian Maria Volonté ,l’unico attore italiano, che da un aria perfettamente diabolica alla parte che interpreta.
Il secondo film,per qualche dollaro in più, è ,a livello tecnico, molto meglio del primo, la storia scorre più velocemente ed è molto più articolata.
Questo dimostra che Leone cresce con i suoi film diventando più attento ai particolari e meno incentrato sugli scontri.
La trilogia si conclude con il più grande dei successo considerato da molti critici un capolavoro ( se non per la lentezza narrativa esageratamente usata nei film di Leone).
Il buono il brutto e il cattivo è sicuramente un dei suoi film più amati. Il cast cambia in due cose : non è più compreso Gian Maria Volontè ma in compenso viene rimpiazzato da un simpaticissimo Eli Wallach nella parte del brutto.
Eastwood è il buono e naturalmente Cleef interpreta la parte del cattivo.
Il finale ironico e divertente è la conclusione ideale per una trilogia di successi.

Chiara Hammoud

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