lunedì 15 marzo 2010

Il "fenomeno" Vendola



Il 15 ottobre 2009, a Bologna, Nicola Vendola ricevette il Premio Comunicazione Pubblica nell’ambito di ‘COM. LAB. 2009’, iniziativa promossa dall’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale. La motivazione fu che Vendola, innovando lo stile e gli strumenti della comunicazione politica, ne ha favorito lo sviluppo nel Paese e nelle Istituzioni, riportando al centro della politica universi valoriali e alternative possibili, e coniugando prospettive e risposte quotidiane, con iniziative pionieristiche per promuovere lo sviluppo.
Vendola ha fatto creare – da uno studio pugliese formato da pochi designer e progettisti unitisi nel gruppo ‘Artisti per Nichi’ – manifesti innovativi per le sue campagne elettorali. Usa un sistema di icone, che sintetizzano i concetti chiave. Famosa l’immagine fotografica di Vendola in un ritratto composto dalle icone delle sue politiche. Così Vendola stravolge l’usuale stereotipo delle campagne politiche. Lo studio pugliese, che cura non solo le immagini ma anche testi e contenuti, fa tesoro delle innovazioni comunicative di Obama, e le reinterpreta in chiave locale. Punta alla semplicità e all’immediatezza dei codici linguistici condivisi, come lo sono le icone, permettendo così la comprensione del messaggio a una fascia di utenti maggiore.
I partiti politici italiani non hanno questa comunicazione innovativa. Si muovono su schemi vecchi, ignorano i social network, e non hanno cura della propria immagine pubblica. Vendola invece ha voluto manifesti che lo portassero – come ha detto lui – ‘fuori dalla terza internazionale’. Il design nella comunicazione politica è una pratica poco diffusa in Italia; da sempre in Italia le Agenzie Pubblicitarie hanno un orientamento al mercato basato sulla quantità e non sulla qualità. Vendola e il suo studio seguono dunque il modello Obama, i social network, la semplificazione, e lo studio delle gerarchie delle informazioni. Così Vendola sta cambiando il modo di fare la comunicazione politica in Italia.
Questo è un primo elemento che caratterizza la comunicazione di Vendola: l’uso moderno e attuale del conflitto e della provocazione culturale nelle campagne pubblicitarie – manifesti e spot, affidandosi a professionisti del settore che usano un linguaggio giovanile spregiudicato e brillante – famoso lo slogan ‘Sono estremista nell’amore per la Puglia’. Vendola ha costruito un sito internet capace di proporsi come nodo comunicativo indispensabile per il raccordo tra i diversi comitati nati per sostenerlo. In definitiva si può dire che Vendola tiene in gran conto l’appoggio dei media, e sa avvantaggiarsene meglio di altri.
Un secondo elemento è il linguaggio proprio di Vendola: nella sua retorica insistono tre diverse tradizioni che riesce a far convivere: la tradizione comunista popolare – che riprende Di Vittorio e Berlinguer nelle questioni morali; la tradizione della passione civile e libertaria – ricorda gli ‘Scritti corsari’ di Pasolini; la tradizione ecumenico-spirituale – di ambito cattolico e con suggestioni gandhiane. Questi tre atteggiamenti creano quella che Vendola chiama ‘rivoluzione gentile’: mantiene saldi concetti e contenuti di riforma senza aggressività e violenza.
Un terzo elemento è la capacità persuasiva riguardo alla prospettiva culturale, ad esempio il tema della precarietà: Vendola qui grida al riscatto, al cambiamento del meridione. Ed è proprio qui, in mezzo alla gente, che Vendola dà il meglio di sé.
E’, infatti, proprio dai comizi in mezzo alla gente, che sono uscite le sue frasi più famose, come: ‘…è meraviglioso avere potere per restituire diritti a chi non ne ha…’; ‘…voglio combattere anche la destra che è nella sinistra…’; ‘…al di là dei voti ci sono i volti, l’oceano dei voti ed io voglio tuffarmi in questo mare anche a costo di affogare. Ora andate e votate!’; ‘…ora che sono governatore provo dolore. Soffro perché entro nel cuore del potere. Per essere felici col potere bisogna amarlo e io sono disamorato del potere. Ho paura di sporcarmi la faccia…’.
Dal punto di vista del centrodestra però, queste frasi dimostrano solo che Vendola è un populista, che i suoi comizi sono capolavori di retorica, e che lui altro non è che un astuto imprenditore di se stesso.
Anche frange del centrosinistra – in primis D’Alema – e della sinistra radicale – in primis Ferrero – muovono critiche simili a Vendola, specie per frasi come ‘…voglio bruciare la tradizione culturale dei comunisti, per poterla superare…’.
Davvero Vendola è solo un altro astuto politico? Oppure è un raro esempio di sincerità? Forse è una via di mezzo come molti altri?
Alcuni elogiano Vendola come l’‘Obama italiano’, mentre altri lo criticano come il ‘Berlusconi rosso’. Eppure c’è chi pensa anche che Obama sia da criticare, e che Berlusconi sia da elogiare.
Questioni di punti di vista, di pensieri politici. Ciò che sappiamo in modo indiscutibile è che Vendola è un personaggio politico con una comunicazione di successo – lo dimostrano i suoi risultati politici – e quindi è scomodo a molti.
Tutto ciò fa di Vendola un vero fenomeno della politica italiana, da seguire con interesse, a prescindere da come la si pensi su di lui.

Claudio Castelli

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