lunedì 15 marzo 2010

Tragedia ai Giochi Olimpici invernali di Vancouver



Per raccontare un evento cosi triste , le parole non sono mai facili. Nodar Kumaritashvili, 22 anni,
mentre stava effettuando la sua sessione di prove per difendere i colori del suo paese, la Georgia, ha perso il controllo dello slittino e in una curva definita non pericolosa, è stato sbalzato via dal suo slittino, andando a sbattere in pieno contro un palo di metallo a bordo pista, mentre scendeva ad una velocità di 144.3 km/h.!
Nodar, era nato il 25 novembre 1988 a Borijomi - una cittadina di montagna della Georgia del sud, con una popolazione di meno di 50.000 abitanti - ed era un giovane atleta molto promettente. Nel 2008/2009 aveva gareggiato nella coppa del mondo, classificandosi 55° e 44° nel 'ranking mondiale' di questo difficile sport; risultati che avevano indotto i tecnici georgiani a chiamarlo a rappresentare il suo paese ai giochi olimpici invernali a Vancouver.
Il trasposrto immediato all'ospedale non è stato sufficiente per salvare la vita al giovane: la sua morte trovava conferma circa un'ora e mezza dopo da parte di un rappresentante del "Cio"(acronimo del francese Comitè Internationel Olympique).
La pista in questione - costata più di 100 milioni di dollari e realizzata per queste Olimpiadi - ha una verticale di 152 metri che la rende la pista più ripida e veloce, tanto che gli atleti l'hanno soprannominata "tromba dell'ascensore".
In un clima di dolore e sconforto, non solo per la delegazione georgiana ma per tutti, il capo della delegazione georgiana , Japaridze , ha dichiarato :"non sappiamo cosa fare, siamo tutti sotto shock, non sappiamo se partecipare alla cerimonia inaugurale oppure lasciare i giochi. Non so come sia morto ma posso dirvi questo: la pista era veramente terribile“.
«Sarai orgoglioso di me, papà, aspetta e vedrai!», aveva detto Nodar al padre David Kumaritashvili nell' ultima telefonata prima dell' incidente mortale durante le prove di slittino. Mentre lo ricorda, David fatica a trattenere le lacrime.
Il corpo del 22enne Nodar è arrivato ieri, 18 febbraio, a Bakuriani in macchina dalla capitale Tbilisi, distante circa 200 chilometri, accolto da un migliaio di persone. «Perché vivo io e non te, figlio mio», sono le uniche parole della madre Dodo che non riesce a smettere di piangere.
L' arcivescovo Serapime ha annunciato che il funerale si terrà sabato. La municipalità ha deciso di intitolare una via a Nodar Kumaritashvili e una delegazione del governo georgiano ha annunciato che sarà costruita una pista di slittino a Bakuriani e sarà intitolata a Nodar.

Anna Simone

Nessun commento:

Posta un commento