lunedì 15 marzo 2010

Un giorno senza messicani. Sergio Arau, 2004



California, uno strano silenzio satura l'aria. Strade deserte, negozi vuoti, uffici e posti di lavoro senza personale.
Sono spariti i messicani, honduregni, argentini; latini in generale tutti detti impropriamente "messicani".
Nessuno raccoglie più frutta e verdura che marciscono al sole (la fetta più importante dell'economia californiana è dato dall'agricoltura, non da Hollywood) e i ristoratori si affidano alla criminalità organizzata per avere pomodori, le scuole chiudono per mancanza di personale (un terzo degli insegnanti è di origine latina), i cantieri non "lavorano" senza muratori (60% di messicani), nessuno compra più cianfrusaglie e chincagliere al supermarket che sconta tutto del 50%. Persino la polizia di frontiera non sa cosa fare al lavoro: chi gioca a carte, chi si allena, chi bada ai figli. Pure una giornalista armena scompare sentendosi messicana perche "la nostra patria è nel cuore". Cosa si fa? Magari scopriamo che ci mancano...
Questa l'agile commedia di Sergio Arau in stile reportage dove più vicende si incrociano. Qualche mese fa Vladimiro Polchi si interrogava se lo stesso problema succedesse nel Bel Paese, il divertente libro si chiama "Blacks-Out" e le conseguenze narrate sarebbero analoghe a quelle del film (Quì uno stralcio del libro di Polchi letto da Travaglio: http://fattiemisfatti.com/2010/01/27/travaglio-italia-senza-immigrati/ ).
So già a che pensate e che il mio pezzo "politacally correct" si scriverebbe da solo con una serie infinita di luoghi comuni sulla tolleranza (Rosarno, lo sciopero del 1° marzo eccetera). Ma io non la penso così. A me alcune minoranze non piacciono e nella propria stanza ognuno può odiare chi gli pare. In Italia quelli che non sopporto io sono circa tre milioni.
Prima di tutto non si capisce niente di quando parlano perchè non vogliono imparare l'italiano, sbraitano e urlano per comunicare anche a un metro di distanza dall'interlocutore riempiendolo di sputacchi e sono talmente rissosi che la sera si aggirano per strada tutti assieme in ronde, ma soprattutto rifiutano ogni forma di scambio culturale e integrazione! Magari sparissero tutti come nel film, dannati leghisti!

Giuliano Frontini

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