lunedì 15 marzo 2010

La radio: intervista a Marialuisa "Luly" Rovetta



Con l’intervista a Marialuisa “Luly” Rovetta, conduttrice del programma radiofonico “Penelope Farmer”, in onda su Radio Onda D’Urto, inizia un ciclo di interviste a personaggi legati al mondo della cultura. Ci è sembrato interessante partire da questa giovanissima conduttrice radiofonica, affascinati dal linguaggio radiofonico, sicuramente differente dalle attuali forme di comunicazione più note.

Perchè Penelope Farmer?


Penelope Farmer, o meglio, Penelope Jane Farmer, è una scrittrice inglese, principalmente per bambini. Uno dei suoi libri, pubblicato nel 1969, si intitola Charlotte Sometimes ed ha ispirato il singolo omonimo della mia band preferita, i Cure. Volevo un nome che mi tenesse legata a questa band che tanto amo, ma che non fosse un riferimento troppo esplicito. Qualcosa che mi unisse ai fan dei Cure, perché solo i veri appassionati della band sanno chi è Penelope Farmer.

Per una generazione che ha, fra le massime aspirazioni, quella di essere veejay, cosa vuol dire fare una scelta "controcorrente" come la tua, cioè di lavorare in radio?

In verità voglio dimostrare che "La stella della radio è stata uccisa", come cantano i Buggles, è una balla. In verità è ancora viva. Sono pienamente consapevole che siamo in un mondo in cui ormai l'apparire è l'unica cosa che importa, il punto è che non importa a me o almeno, non è tra le mie priorità e non credo di essere l'unica. In particolar modo quando si parla di musica. La musica è l'arte del suono, ora, sapete tutti da che cosa è fatto il suono e lo percepiamo con le orecchie non con gli occhi. Mi capita spesso di vedere delle performance musicali in cui il cantante è costretto a ballare e a dimenarsi sul palco come un dannato cercando di ricordarsi passi e parole contemporaneamente (sperano che non sia in playback), tutto questo credo che sia fuorviante, ti fissi su cosa stia cercando di fare quel poveretto e non ti godi la musica, ciò che in quel dato momento dovrebbe essere la protagonista. La stessa cosa per i video musicali, anche se sono la prima ad apprezzare certi capolavori, come i video dei Depeche Mode curati da Anton Corbijn, però appunto apprezzi il video che come una modella sà portare perfettamente il suo abito, la musica, oppure ci sono i video che salvano le canzoni… belle modelle che grazie ad un bel fisico riescono a rendere un sacchetto dello sporco un abito decente. Quindi ritengo che la radio sia ancora il mezzo per eccellenza per la divulgazione della musica. Non mi interessa apparire, mi interessa condividere una passione. Con tutto il rispetto per i Veejay, io preferisco lavorare in radio.

Quale consideri il ruolo della radio nell'era mediatica della tv e di internet?

Non ha modificato il suo ruolo poichè la radio è insostituibile, pensa a quando sei in auto!!! Anzi si è coniugata con le nuove tecnologie, tipo streaming, senza perdere il suo fascino...

Quali sono le tematiche principali affrontate nel tuo programma?

Penelope Farmer nasce con la voglia di condividere, far conoscere e divulgare la passione per la New Wave, movimento culturale, artistico e musicale che nacque tra la fine degli anni settanta e i primi anni anni ottanta del XX secolo. Ogni puntata parla di una o più band che è stata partecipe di questo movimento; gli esordi, i successi, gli aneddoti e anche le collaborazioni. Presto finirò anche il sito internet dove caricherò anche i Podcast dato che molte persone spesso non riescono ad ascoltarmi tutti i Martedì (dalle 15.15 alle 16.00) che per alcuni come i miei colleghi universitari è un orario un po' infame.

Nel panorama musicale attuale, quale gruppo o cantante reputi più talentuoso? E quale invece reputi possa avere maggiore successo?


Prossima domanda? ahaha no dai scherzo…mmm... è molto difficile rispondere. Comprendo l'oggettiva difficoltà nel proporre cose nuove, ma anche prendendo spunto da generi passati si può essere innovativi e avere successo senza "sputtanarsi"…perdonatemi il termine.
Mi vengono in mente quindi Editors, White Lies, Interpol ecc.. che proponendo materiale di qualità, con chiari riferimenti al genere che tratto, hanno avuto successo tra pubblico e critica.
Cosa diversa per il mercato italiano che come al solito prende le tendenze dall'estero e le ripropone alla buona, come l'indie che ha prodotto solo micronicchie che fanno musica indirizzata solo ad un bacino ristretto di persone e che ruota intorno a se stesso.
Una volta le band avevano come obiettivo il passaggio ad etichette maggiori per poter far sentire la propria voce... Bluvertigo, Timoria, Subsonica, Afterhours.. che sono gli ultimi nomi importanti usciti e si parla ormai di 15 anni fa. Adesso le band sono affermate se suonano in 15 localini davanti alle solite 100 persone.. e se fanno successo sono venduti..è un concetto che fa del male alla musica di qualità, ma fa bene alle tasche di chi controlla questo fenomeno che ha raggiunto livelli di provincialismo estremo. Band famose nella tua città che a 50 km non sanno nemmeno chi siano!!! Indicarti dei nomi nuovi è difficile…soprattutto per quanto riguarda l'Italia.


Ultima domanda: quali sono i tuoi personali progetti per il futuro? Continuerai a lavorare in radio o si prevede un "illuminante" carriera da designer?

Progetti per il futuro tanti, ogni giorno me ne invento una. L'ultima? Organizzare serate in un locale vicino a Brescia Aerosol-Lab, a Villanuova sul Clisi, cercando di portare anche band extra-bresciane e proponendomi come Dj, o meglio, selezionatrice di musica ( sono sincera il dj è un'altra cosa). Il mio debutto è stato recente, sabato 6 marzo. Per il resto spero di finire gli studi a breve e conciliare quello che ho studiato con la musica.
Hai centrato in pieno un concetto del mio futuro … illuminante, ho deciso da poco di specializzarmi in Lighting Design in particolar modo per lo show; l'unione tra la percezione visiva e la percezione uditiva per creare emozioni e sensazioni… adoro il pensiero di poter comandare i sensi degli altri.

Andrea Cazzato

Nessun commento:

Posta un commento