lunedì 15 marzo 2010

“Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll



“Nel mio mondo i libri sarebbero fatti solo di figure.” (Alice)

Riuscite ad immaginare un mondo fatto di strani animali parlanti, un Cappellaio Matto e una Lepre Marzolina che prendono amabilmente un tè, un gatto dello Cheshire chiacchierone (comunemente noto come lo Stregatto), un coniglio bianco che corre sempre (Bianconiglio in versione disneyana)? Alice, una normalissima bambina, cade in un lungo sonno fatto di un mondo sotterraneo pieno di assurdità, pazzia e cose senza senso. Il tutto inizia con la disperata ricerca del coniglio bianco: da qui in poi nulla è scontato o prevedibile. Immaginatevi un dipinto di Dalì e sarete ancora ben lontani dalla nonsense di Lewis. Alice si rimpicciolisce e, entrando in questo strano mondo, incontra i personaggi più folli che avesse mai visto. Quando lessi il libro anni fa mi identificai subito con Alice.. anzi, più precisamente desiderai tantissimo essere nei suoi panni. Chi non vorrebbe anche per solo un giorno vivere in quel mondo così colorato, con gli animali che ti rivolgono la parola e pieno di boschi incantati? In fondo tutti siamo come Alice: con una curiosità infinita per cose che non ha mai visto prima, un po’ infantile nei modi e molto impulsiva. La ricerca del coniglio bianco è per la bambina lo scopo primario nel libro. Lo cerca senza curarsi dei pericoli, inoltrandosi nelle pazze storie dei personaggi che incontra per strada. Quel famoso coniglio bianco che non si fa mai prendere.. È un Alice che sta crescendo quella che lo cerca: una bambina che ha paura di crescere e cerca in tutti i modi di rimanere sempre bambina. Ma Alice cresce, anche grazie ai personaggi che incontra. Il famoso Cappellaio Matto e la Lepre Marzolina invitano la bambina al più pazzo ricevimento da tè che sia mai esistito: è lì che Alice è faccia a faccia con quello che è la normalità. Cos’è normale e cosa non lo è? Nessuno lo sa e neanche Alice, che cerca in tutti i modi di capire i due pazzi bevitori di tè che parlano in un modo così strano e fanno indovinelli senza senso e senza risposta. Alice non ha la risposta in nulla ma continua a cercare, è questo il suo scopo. Per tutti noi il diventare grandi è stata un’esperienza che ancora adesso ci ricordiamo: niente mondi incantati e gatti parlanti per noi, solo la dura realtà. Altro personaggio che Alice incontra per strada e che tutti noi avremmo voluto come migliore amico per poterci uscire il sabato sera è il Bruco Blu (noto a tutti come il Brucaliffo), intento a fumarsi un Narghilè. La stranezza di linguaggio e la sua particolarità di non farsi capire assolutamente mentre parla è la caratteristica di questo altezzoso bruco che non fa altro che fumare dalla mattina alla sera sopra ad un fungo.E qua, cari lettori, non aspettatevi osservazioni o, ancora meglio, elogi sui funghi e droga. Con il rischio di non venir pubblicata, vi dico solo che oltre alla famosissima scena del cartone animato disneyano “Dumbo” dove gli elefanti prendono varie dimensioni visti dal nostro elefantino preferito dopo una sbronza colossale, questa del Bruco Blu è altrettanto simile in fatto di sintomi derivati da sostanze illecite. Scegli, cara Alice, quale fungo prendere: quello che ti fa diventare grande o quello che ti rimpicciolisce? Alice è sola in questo mondo a dover scegliere.. nella realtà è solamente una bambina come tutte le altre ma nella fantasia di Carroll tutte le sue scelte hanno delle conseguenze. Scelte che spingeranno la bambina a crescere, a riprendere il contatto con la sua realtà e che tutto è destinato a cambiare. È alla corte della famosa Regina di Cuori che Alice si renderà conto lei stessa stava ingigantendo il tutto e che nella realtà i sudditi della regina non sono altro che un mazzo di carte. Riuscendo finalmente a comprendere che nulla al mondo è per forza degno di spiegazione e che la normalità del Cappellaio Matto sta di fatto nel crescere, Alice si risveglia e torna nel suo mondo. Capolavoro immortale quello di Carroll, che ha fatto sognare grandi e piccini. Tanti film sono stati fatti per omaggiare questo fantastico libro, specialmente il cartone animato Disney “Alice nel Paese delle Meraviglie” del 1951 che noi tutti ricorderemo. Personalmente non potrei dimenticarmi gli sberleffi dello Stregatto, il Non compleanno a base di tè mai bevuti e scambi di posto, del Bianconiglio sempre in ritardo e del famossimo “Tagliatele la testa!”. Un libro e un cartone animato magici che han saputo farmi sognare così tanto da piccola che ancora adesso mi ricordo ogni singola scena. I grandi fan di Alice però avranno una bella sorpresa in questi giorni.. Il 3 marzo 2010 è uscito “Alice In Wonderland” di Tim Burton: il regista dalle sfumature gotiche che conosciamo bene (Nightmare Before Christmas, ad esempio) che incontra la bella Alice. Che ne uscirà fuori? Forse un Bianconiglio dal cappello del Cappellaio Matto?

Chiara Moncini

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